Hungarikum

Hungarikum” e’ un termine che si riferisce a qualcosa di caratteristico e tipicamente ungherese e nasce dalla combinazione di due parole: “Hungaria” e “unikum”. Normalmente, viene usato per i prodotti alimentari, le bevande, i vestiti tradizionali, ma puo’ anche essere utilizzato per altro, come per le piante, gli animali, gli usi e i costumi, l’arte e tutto cio’ che comprende il variegato patrimonio culturale dell’Ungheria. “Hungarikum” non e’ dunque un’etichetta o un marchio ufficiale, niente che ha a che vedere con l’italico “made in Italy”, e non ci sono regole su cio’ che puo’ essere etichettato come tale.

Ecco alcuni dei piu’ noti Hungarikum.

La paprika. E’ il sale nazionale dell’Ungheria ed e’ ampiamente utilizzata nella cucina ungherese. Esistono diversi tipi di paprika che vanno dall’édes (quella dolce) all’eros (la piccante). Durante gli anni ‘30, lo scienziato ungherese Albert Szent-Gyorgyi e i suoi colleghi dell’Universita’ di Szeged eseguendo alcuni esperimenti scoprirono che i peperoni, e quindi la paprika, contengono vitamina C in gran quantita’. Percio’, nel 1937, Albert Szent-Gyorgyi fu insignito del premio Nobel per la scienza.


Il Gulyás. Il piatto tipico piu’ conosciuto in Ungheria, paragonabile alla Pizza oppure alle Lasagne in Italia, ed e’ una zuppa a base di carne di manzo bollita con un soffritto di cipolle olio e aceto di vino, a cui vengono aggiunte patate, farina, maggiorana, semi di finocchio essiccati, e l’immancabile paprika.


La pálinka. E’ il nome generico che viene dato ai distillati di frutta come prugne, albicocche e pere. E’ una specialita’ nota in tutta l’Ungheria e nei territori che facevano parte della “Grande Ungheria” prima del suo smembramento. E’ quindi molto conosciuta anche in Slovacchia, in Croazia, nella parte orientale dell’Austria, in Transilvania, Romania e nelle regioni limitrofe ai Carpazi.


L’Unicum. Noto per essere la bevanda nazionale ungherese, e’ un liquore digestivo a base di erbe. La sua storia risale al 1790, quando un medico di corte, József Zwack, lo scopri’ combinando diverse erbe e radici cercando di ottenere una medicina per il Kaiser Joseph II, imperatore d’Austria e Re d’Ungheria che soffriva di disturbi di stomaco. Si racconta che il monarca, quando assaggio’ la bevanda, esclamo’: “Das ist ein unicum”. “Questo e’ unico!”. Da qui il nome della bevanda.


Il Tokaji aszú. Di questo vino ho scritto piu’ volte. Viene ottenuto da uve attaccate dalla cosiddetta muffa nobile e prodotto nella regione di Tokaj-Hegyalja. E’ il vino piu’ famoso dell’Ungheria. Per tutto il secolo XVII e XVIII, il Tokaji Aszú e’ stato il vino preferito dei reali d’Europa, tra cui Luigi XIV di Francia, Pietro il Grande, Elisabetta di Russia, e Federico il Grande, come anche di celebri compositori e scrittori. Nell’Himnusz, l’Inno Nazionale Ungherese, il poeta Ferenc Kölcsey, nel descrivere i doni piu’ preziosi del paese, incluse anche il vino di Tokaji: “Tokaj szőlővesszein Nektárt csepegtettél”, “Nei campi di uva di Tokaj, Tu gocciolavi dolce nettare”.


Il puli. E’ un antico cane ungherese noto per il suo lungo pelo arricciato e “incordato”, generalmente di colore nero. Si dice che sia giunto in Europa insieme ai Magiari durante la loro migrazione dall’Asia centrale avvenuta piu’ di mille anni fa.


Il salame Pick. E’ un salame prodotto per la prima volta nella citta’ di Szeged nel 1869 da un macellaio, Mark Pick, mentre tentava di imitare quello italiano. Questo salame, fatto interamente con ingredienti locali ungheresi, nella cui miscela di spezie viene usato anche del Tokaji, si guadagno’ presto una reputazione per il suo sapore particolarmente ricco. Oggi, il “Pick” e’ una delle specialita’ gastronomiche piu’ popolari dell’Ungheria.


La porcellana di Herend. Questa porcellana, prodotta fin dal 1826 nella citta’ di Herend vicino alla citta’ di Veszprém, e’ una finissima porcellana di lusso dipinta e dorata a mano. Nella meta’ del XIX secolo, le porcellane Herend impreziosirono le dimore della dinastia degli Asburgo e degli aristocratici di tutta Europa.


I merletti di Halas. L’Ungheria ha una ricca storia del merletto. Uno dei piu’ famosi e’ il merletto Halas che ha avuto la sua origine nella citta’ di Kiskunhalas, nel 1902, per merito di Maria Markovits e di suo figlio Árpád Dekani. Oggi rappresenta una parte importante dell’artigianato popolare ungherese.


Il mangalica. E’ una razza di maiale cresciuto soprattutto in Ungheria e nei Balcani, noto anche come maiale dal pelo riccio. All’inizio del ‘800, crebbe la domanda di maiali che fossero piu’ grassi, e cosi’ nel 1833 fu creata la razza Mangalica incrociando maiali ungheresi provenienti dalle regioni di Bakonyi and Szalontai con il sumadia serbo. Il loro numero ha continuato a crescere fino alla meta’ del XX secolo, dopodiche’ e’ rapidamente diminuito a causa della maggiore domanda di maiali piu’ carnosi rispetto a quelli piu’ grassi. E’ stato solo grazie alle banche genetiche istituite dal governo ungherese nel 1974 che questa razza e’ stata salvata dall’estinzione, ed oggi la carne del Mangalica sta riguadagnando popolarita’ fra i buongustai di tutto il mondo.


I bovini grigi dell’Ungheria. Noti anche come “Magyar szürke szarvasmarha”, sono un’antica razza di bovini. Questi animali dalle lunghe corna una volta pascolavano la grande pianura ungherese ed erano utilizzati principalmente per il tiro dei carri. Con l’avvento del motore a scoppio hanno perduto la loro utilita’, ma ancor oggi sono una parte importante della cultura e del patrimonio ungherese. Se ne possono trovare moltissimi nelle zone protette come il Parco Nazionale di Hortobágy, nell’Ungheria orientale.


Il vizsla. Era il cane da caccia preferito delle tribu’ magiare che vivevano nel bacino dei Carpazi nel X secolo. Nel XIX secolo, durante la seconda guerra mondiale, il Vizsla e’ quasi arrivato all’estinzione. Nel 1945, quando i russi invasero l’Ungheria, molti dei ricchi aristocratici costretti a fuggire in varie parti d’Europa e del Nord America, portarono con se’ i loro vizsla , rendendo possibile che la razza fosse rianimata.


Il Túró Rudi. Letteralmente significa “ricotta di Rodolfo” ed e’ lo snak che in Ungheria che ha deliziato il palato di almeno tre generazioni. Prodotto per la prima volta nel 1968, come replica del similare Cырок (Sirok) che era prodotto in Unione Sovietica, si tratta di una barretta di glassa di cioccolato fondente con all’interno un ripieno a base di ricotta.


Il cubo di Rubik. E’ un enigma meccanico in tre dimensioni, inventato nel 1974 dallo scultore ungherese e professore di architettura Ernő Rubik. Originariamente chiamato il “Cubo magico”, il puzzle e’ stato venduto in centinaia di milioni di esemplari in tutto il mondo, diventando cosi’ il gioco piu’ venduto in assoluto.


La csárdás. E’ una danza tradizionale il cui nome deriva da “csárda”, antico termine magiaro che significa “taverna”. Originaria dell’Ungheria e’ stata resa popolare dai gruppi musicali tzigani, e dalla loro musica, anche in Serbia, Slovacchia, Slovenia, Croazia, Ucraina, Transilvania e Moravia, cosi’ come tra i bulgari del Banato.


L’elenco degli “Hungarikum” potrebbe continuare, ma per descrivere ogni singola cosa che mi viene in mente, non basterebbero pagine e pagine di questo blog. Tuttavia, vorrei concludere questo breve appunto citando quello che in una lista del genere non puo’ assolutamente mancare.

La donna magiara. Forse cio’ che di piu’ unico esiste in questo piccolo paese.

13 risposte a “Hungarikum

  1. Però una cosa seria la voglio scrivere a proposito di unicità ungheresi.

    A Budapest è nato Paul Erdos (con 2 accenti sulla o).

    Dare un'occhiata a wikipedia per leggervi le brevi note su chi era e qualcosa della sua vita non credo sia tempo perso.

  2. @ Marco: per un attimo ho pensato che fossero stati gli ungheresi a colonizzare la Giamaica.

    Perche', tu chi pensi siano stati?

    @ Alex: un pò come te Hungarikum

    Siamo in vena di complimenti? 🙂
    L'Ungheria e' un piccolo paese, ma come dite voi, “e' nelle botti piccole che sta il vino buono”.

  3. ma dai l'unicum è ungherese!? non sapevo mica!

    posso allungare la lista? 🙂

    – la lingua
    – la squadra di calcio più forte di ogni tempo (primi anni '50)
    – szent-györgyi, che scoprì la vitamina C, vinse il nobel e fu nella resistenza della wwII
    – kemeny, che inventò il basic
    – la egerszegi (piacevoli ricordi di infanzia)

  4. Buongiorno, Chiara
    aggiungerei, per quanto poco conosca ciò che è Hungarikum, l'arco ricurvo (ne esistono svariati modelli), utilizzato soprattutto nell'arceria militare (da Attila a Gengis Khan) a cavallo e non, nell'arceria da caccia e da campagna; sono dei veri e propri CAPOLAVORI.
    Pezzi unici e di grande valore, apprezzati non solamente da chi ne fa un uso sportivo.

    Lo SHAGYA, un cavallo particolarmente versatile; “rustico” ma al contempo elegante e docile, si presta benissimo sia come animale da sella (equitzione da campagna ma anche alta scuola) che da tiro (leggero).

    KAM 🙂

  5. Sono curioso di sapere cosa ne pensate delle donne ungheresi: sono speciali in ogni aspetto spirituale o vi riferite al corpo? Perchè la mia impressione è che lascino molto a desiderare fisicamente

  6. @ Egerszalok: la mia impressione è che lascino molto a desiderare fisicamente

    Su questo punto, sarebbe neglio che io non mi esprimessi perche' c'e' “conflitto d'interessi”, pero', in effetti, mi sono sempre chiesta cosa ci trovino gli uomini nelle donne ungheresi. Ce ne sono di molto (molto molto) piu' belle all'est. Le slovene, le croate, le bosniache, le serbe, le ceche, le slovacche, le macedoni, le bulgare, le rumene, le bielorusse, le polacche, le moldave, le ucraine, le russe. Persino (lo si legge dalle ultime notizie) le montenegrine!
    Un mare di strafighe con in mezzo la sfigatissima Ungheria, un'isoletta di racchie impresentabili buone solo per i localacci di lap dance e per i filmacci porno. 🙂

  7. Pregiatissima Chiara,

    “Su questo punto, sarebbe neglio che io non mi esprimessi perche' c'e' “conflitto d'interessi”, pero', in effetti, mi sono sempre chiesta cosa ci trovino gli uomini nelle donne ungheresi. Ce ne sono di molto (molto molto) piu' belle all'est. Le slovene, le croate, le bosniache, le serbe, le ceche, le slovacche, le macedoni, le bulgare, le rumene, le bielorusse, le polacche, le moldave, le ucraine, le russe. Persino (lo si legge dalle ultime notizie) le montenegrine!
    Un mare di strafighe con in mezzo la sfigatissima Ungheria, un'isoletta di racchie impresentabili buone solo per i localacci di lap dance e per i filmacci porno. :-)”

    Trovo un po' strano quanto hai scritto sopra.

    Nel mio albergo l'inverno ho sempre ospitato, fuori stagione, turisti dell'est che venivano sulle alpi a sciare.

    Secondo giudizio quasi unanime dei ragazzi del mio paese le più belle erano le serbe.

    Però anche le ungheresi erano valutate fra le più belle.

    Ciao Davide

  8. @Kam
    Grazie di aver ricordato i cavalli ungheresi che sono fra i più versatili e affidabili.
    Quello che ho più amato è stato un Nonius Furiosus, mantello baio scuro, altra splendida razza ungherese.

  9. @ Davide: Trovo un po' strano quanto hai scritto sopra

    E' strano si'. 🙂
    Ma che ci posso fare? Sono sincera!
    Pero', mi e' venuta in mente una storiella tzigana.
    Un giorno, un gage' stava andando al mercato in citta' a vendere il suo formaggio. Lungo la strada, incontra uno zingaro e lo saluta.
    “Ciao, come stai?”
    “Bene, grazie. Dove stai andando?”
    “In citta' a vendere i miei formaggi. Se riesci ad indovinare quanti ne ho nel cestino, te li regalo tutti e nove!”
    “Va bene… provero'. Io direi che… ne hai nove!”
    “Cavolo! Come hai fatto a indovinare? Sei troppo furbo. Ecco, prendili, sono tuoi.”

    Piaciuta la storiella? 🙂

  10. Pregiatissima Chiara,

    “Piaciuta la storiella? :-)”

    Sì, anche se ne avevi già sentita una simile.

    Mi chiedevo se lì in Ungheria fa bel tempo in questi giorni. Da noi, in Trentino Alto Adige, in questo periodo fa un tempo stupendo e io ne approfitto per fare lunghe e bellissime escursioni in montagna.

    Anche se commento raramente leggo sempre tutto quello che scrivi.

    Ciao Davide

  11. Un mare di strafighe con in mezzo la sfigatissima Ungheria, un'isoletta di racchie impresentabili

    La domanda era da italiano medio, è vero, ma la vera bellezza è sempre più rara anche in tutti gli altri paesi dell'est che hai citato. Ringraziamo i Mac Donald…